lunedì 4 aprile 2016

CAMMINARE#1: verticali!

Stanley Kubrick, 2001 Odissea nello spazio,
 guarda il video https://www.youtube.com/watch?v=af3YAP6TBmk
Musica di Ligeti 
La deambulazione umana rappresenta la trasformazione che ci ha sospinto fuori dal regno animale per farci giungere alla nostra condizione di dominatori delle terra. L'uomo è un animale vertebrato ( ovvero possiede colonna vertebrale e scatola cranica) come i pesci, gli anfibi, i rettili, gli uccelli e i mammiferi (ovvero produce latte e ha capacità endotermica di mantenere costante la temperatura corporea grazie a peli, ghiandole sudoripare, e produzione di calore), e appartiene alla classe di questi ultimi, ordine dei primati (cui appartengono anche il gibbone, l'orango, il gorilla e lo scimpanzé), famiglia degli ominidi. 
Secondo le teorie evoluzionistiche, il corpo umano è il risultato di una serie di modifiche e adattamenti ai cambiamenti geografici e climatici dei nostri progenitori oceanici che si ritrovarono a vivere dalle acque dei mari alla spiaggia, dunque con un nuovo rapporto con la forza di gravità: le pinne si trasformarono in arti perché i nostri antenati mammiferi sopravvissero come quadrupedi terricoli insettivori ed erbivori. Gli adattamenti tipici dei primati , presenti anche nell'uomo, sono tutti riconducibili alla specializzazione per la vita arboricola. Alcune specie, infatti, per difendersi dai predatori carnivori, si trasferirono sugli alberi: con i piedi stavano aggrappati a un ramo, con le gambe flesse e le mani libere di afferrare il cibo, di prendersi cura del corpo e di comunicare con i gesti. Questa libertà delle mani dal sostegno del corpo portò nei primati all'opponenza del pollice e dell'alluce che consentì la prensione specializzata degli oggetti e la coordinazione occhio-mano. Negli uomini, in seguito all'acquisizione del bipedismo, si è persa l'opponenza dell'alluce, specializzandosi quelle del pollice alle altre quattro dita.  

La posizione eretta portò quattro  mutazioni della struttura del corpo umano nei confronti dei suoi antenati
1) l'osso del tallone (calcagno) divenne un contrappeso nella parte posteriore del piede, in contrapposizione rispetto alle dita del piede (mentre nei primati non c'era arco plantare) e si perse l'opposizione dell'alluce. 
2) le ossa che collegavano le due estremità del piede si curvarono ad arco (mentre nel gorilla la deambulazione avviene sulle nocche delle mani e il bacino è molto largo e pesante) 
3) il bacino si accorciò e, mentre nei primati il peso sul femore veniva scaricato verticalmente, negli umani il femore è inclinato rispetto all'articolazione del ginocchio
4) La colonna vertebrale si inserì non più nelle parte posteriore del cranio (con un cervello di modeste dimensioni) con volto prominente, ma alla base del cranio,(con volume del cervello sviluppato) con volto piatto. 

comparazione tra scheletro di uno scimpanzé e di un uomo 

Cinque milioni di anni fa comparvero i primi ominidi, che sono andati sempre più evolvendosi e modificandosi per meglio vivere in un ambiente che mutava continuamente. Queste le tappe:

  • L'Australopitecus (5 milioni di anni fa) scimmia antropomorfa che camminava in posizione eretta. 
  • L'Homo Abilis (3-4 milioni di anni fa) che aveva una capacità cranica di ca 750-900 cc ed era capace di costruire manufatti, alto al max mt. 1,25
  • L'Homo Erectus (1,5 milioni di anni fa) costruiva capanne, usava pelli di animali, cuoceva gli alimenti, 
  • L'Homo Sapiens (200.000 anni fa) che costruiva utensili, linguaggio.
La Cueva de las manos, 13.000 AC

La Caverna delle mani, o Cueva de las manos, si trova in Patagonia, in Argentina. Famosa per le sue incisioni rupestri di circa 13000 anni fa.

Con l'acquisizione della stazione eretta, aumentava l'efficienza della raccolta dei cibi sulle piante e facilitava l'osservazione del campo circostante.  Tale cambiamento ha determinato la comparsa di alcuni caratteri che ci distinguono:
  1. La colonna vertebrale con doppia curvatura 
  2. Il bacino aumentato in larghezza per sostenere il peso del tronco, della testa e delle estremità superiori. 
  3. Le gambe e i piedi si sono irrobustiti e la mandibola si è accorciata, il cervello e scatola cranica ingranditi. 
  4. Le mani prensili sono liberate dalla funzione di locomozione. Gli arti superiori infatti nell'uomo sostituiscono i lavori che gli animali svolgono con le mandibole e i mascellari, e questi, rimpiccioliti, diventano parte del solo sistema digerente.  
  5. Le mani si sono progressivamente differenziate dai piedi. Pur essendo bipede, l'uomo tuttavia conserva l'andatura del quadrupede, cioè cammina, in una posizione di instabilità costante, facendo oscillare le sue 4 membra nello stesso modo incrociato dei quadrupedi. 
  6. La testa poggiata saldamente sulla colonna cervicale ha potuto raggiungere un notevole sviluppo e la sua aumentata mobilità ha permesso all'occhio di poter abbracciare un campo più esteso, pertanto il concorso ottico-motorio tattile successivamente stabilitosi ha reso possibile all'uomo il controllo sull'ambiente, con nuove possibilità di vita.
  7. La preparazione del piede, con il tallone opposto alle dita e l'inarcamento del piede che fornisce propulsione e molleggio per un'andatura a passi lunghi.
  8. La capacità di compiere una rotazione all'altezza della vita ha portato all'agilità multidimensionale, unita alle articolazioni enartrosiche di femore e omero.  A questo punto l'Homo sapiens è diventato carnivoro. La caratteristica dell'Homo Sapiens è l'aumentata capacità cerebrale, con conseguente aumento della capacità di riflessione, programmazione e manipolazione dell'ambiente.
Scene di caccia, La grotte di Lascaux, Francia, 5000 AC 

VERTICALI, LA POSIZIONE ERETTA 
Pensare il corpo dal punto di vista anatomico significa pensarlo in postura eretta e simmetrica, e con le palme rivolte anteriormente. Ma il corpo non è mai perfettamente simmetrico né rigidamente eretto. Nella sua realtà vitale, infatti, il corpo non è mai irrigidito in questa posizione, ma vive con la sua postura, che ne determina gli atteggiamenti, i gesti, il modo di abitare lo spazio e l'ambiente relazionale. Ciascuno ha una propria postura, scelta tra altre mille possibili a partire da quando ha iniziato ad acquisire la posizione eretta, che comporta, sia filogeneticamente che ontogeneticamente, la doppia curvatura della colonna vertebrale, la specializzazione dell'uso degli arti superiori a discapito della mandibola, la libertà di movimento della testa sul tronco ( e degli occhi) e il complesso gambe-bacino adatto a reggere la persona (con i suoi visceri) in piedi o in marcia.

Osservando questi punti, ci si rende conto che la postura è determinata dall'articolazione e integrazione funzionale dei tre fulcri , o pesi principali del corpo, organizzati secondo una linea verticale : 
cranio, torace e bacino. 
Ma come si connettono  e  come mobilizzano la colonna vertebrale? 
Osservando un corpo di fianco in posizione eretta, si può immaginare una linea verticale che cada nella base di appoggio dei piedi e che, considerando le curvature dello scheletro e delle sue articolazioni, passa attraverso i seguenti punti dei tre pesi, e che possono dunque essere considerati punti di riferimento della postura:
1. Articolazione atlante-testa, dove la linea di gravità passa davanti all'articolazione e  il peso della testa tende a cadere in avanti, ma ciò viene impedito dai muscoli della nuca (muscolo trapezio)
2. Orifizio superiore della cassa toracica
3. Articolazioni tra vertebre toraciche e vertebre lombari (muscoli estensori della colonna - sacro spinale e ileocostale per evitare la caduta in avanti del torace)
4. Articolazione della V vertebra lombare con il bacino. Qui la linea di gravità passa dietro al bacino , quindi il bacino e il tronco tenderebbero a ruotare indietro, movimento impedito dal robusto legamento ileofemorale . Mentre i glutei mantengono in posizione il bacino nel caso pesi in avanti.
5. Ginocchio, lato anteriore, in corrispondenza della rotula. Qui la linea passa davanti all'asse  del movimento di flessione ed estensione, per cui si avrebbe una superestensione in avanti, impedita dai Legamenti crociato e popliteo  e dal Muscolo tricipite femorale 
6. Caviglia, anteriore, all'articolazione tibio-tarsica (qui la linea di gravità passa davanti all'asse dei movimenti di flessione e estensione, quindi è necessaria la  contrazione dei muscoli del polpaccio, il muscolo tricipite della sura )  poi all'interno della base dei piedi.
«La deambulazione umana è una attività unica nella quale, passo dopo passo, il corpo vacilla sull'orlo di un catastrofe (...) . Il bipedismo dell'uomo appare potenzialmente catastrofico perché l'unica cosa che impedisce all'essere umano di cadere a faccia in giù è il movimento ritmico in avanti di una gamba e poi dell'altra.». ( John Napier, The Antiquity of Human walking, in Scientific American, 1967).

QUANDO ABBIAMO INIZIATO A CAMMINARE? 
QUANTE VOLTE SIAMO CADUTI? 








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