mercoledì 9 marzo 2016

#3 CANONI ROMANI: CORPO AL CERCHIO E AL QUADRATO

ROMA PRE - CRISTIANA 
Scriveva  Lewis Munford: "Benché i romani popolassero  a dismisura il proprio Olimpo, inventando un dio per ogni occasione della propria esistenza, la sola divinità che adorassero veramente era il loro corpo. La religione del corpo era per i romani ciò che si avvicinava maggiormente a un sentimento religioso - almeno da quando cessarono di venerare i Lari e i Penati - e le terme ne erano il Tempio". A Roma tutto è colossale, ogni opera incarna il genio dell'uomo nuovo che si rispecchia nella rete stradale lastricata,  acquedotti, ponti, fori, terme, mercati . Il canone delle proporzioni si proietta nella scultura nell'architettura, nell'urbanistica, nel vivere:
VITRUVIO 
Secondo Vitruvio, vissuto nel I secolo A.C.(Marcus Vitruvius Pollio, autore del De Architettura, composto nel 27 A.C., in piena età augustea) la bellezza sta  nella Magnitudo  (grandiosità) e con essa stavano  il Decor (la correttezza) , la Dignitas (la dignità) e l'Utilitas (utilità). Vitruvio,  autore dell'unico canone classico estetico pervenutoci,   contemplava per l'Architettura l'Ordinatio (la coordinazione delle  parti),  la Dispositio (la collocazione degli elementi),  l'Euritmia (l'equilibrio compositivo) e la Simmetria (corrispondenza delle parti singole col tutto). Il bello magniloquente era anche un'arma potentissima in mano al potere, collettivo e individuale, finalizzato al controllo delle masse o all' esaltazione della gloria personale. Il Cerchio e il Quadrato avevano per i romani un significato simbolico e razionale: Cerchio per Cosmo nel cui centro, ombelico dell'uomo, è il divino, dal quale tutti gli esseri derivano per un processo di emanazione (Plotino). Quadrato, invece, come simbolo derivato dal pensiero aristotelico.

 Homo  ad circulum Vitruviano secondo Cesariano
Vitruvio affermava infatti che il "centro del corpo è naturalmente l'ombelico: infatti se si collocasse supino un uomo con le mani e i piedi aperti e si mettesse al centro del compasso nell'ombelico, descrivendosi una circonferenza, si toccherebbero tangenzialmente le dita delle mani e dei piedi. Ma non basta: oltre lo schema del circolo, nel corpo si troverà anche la figura del quadrato. Infatti se si misura dal piano di posa dei piedi al vertice del capo e poi si trasformerà questa misura alle mani distese, si troverà una lunghezza uguale all'altra, come accade nel quadrato tirato a squadra(...).Dunque se si ammette che è stato trovato il numero delle articolazioni del corpo umano e il totale del corpo, ne consegue che dobbiamo ammirare coloro i quali, dettando le leggi strutturali dei templi, coordinano i membri degli edifici in modo che la loro distribuzione, nel singolo e nel totale, fosse armonica per proporzione e simmetria". (dal Libro III, 3-9)

 Homo ad circulus e  Homo ad quadratus , di Cesariano (1475-1543) che nel XV secolo interpreta Vitruvio (27 A.C.) 
CESARE CESARIANO (Milano, 1475 – 1543) è  l'autore della prima traduzione a stampa dell'opera del De architectura di Vitruvio pubblicata sotto il titolo: Di Lucio Vitruvio Pollione de architectura libri dece traducti de latino in vulgare affigurati: commentati et con mirando ordine insigniti.... Il testo fu edito a Como nel 1521, da Gottardo da Ponte, in lingua volgare, con un ampio commento ed un ricco apparato iconografico con molte incisioni tratte da disegni dell'autore. Cesariano affronta il canone Vitruviano scindendolo in due dimostrazioni: una per l'homo ad circulum e l'altra per l'homo ad quadratum come si vede nelle illustrazioni.  Tenendo come base modulare la griglia quadrettata formata da 30 quadratini per lato (900 totali), il  modulo di base è il digito e 4 digiti formano il lato di un quadrato della griglia, corrispondente al palmo e 4 palmi formano un pedis e 6 pedis formano un Cubito.
Homus  quadratus.  Augustus pontifex





 Homus quadratus. Augusto di Prima Porta, Scultura in marmo, Museo delle Terme di Roma


LORENZO GHIBERTI (1378-1455) Nei suoi  Commentari rivelò per primo un errore relativo all'uomo dalle braccia aperte che "non può tanto aprire le gambe da toccare il cerchio... Se misuriamo infatti la distanza che v'è dalle estremità dei piedi a quella della testa, in confronto con quella delle mani stese, si troveranno uguali la distanza e la larghezza a somiglianza di un quadrato." LEONARDO incontrò nel 1490 a Pavia Francesco di Giorgio Martini, che gli riferì del Canone di Vitruvio di cui stava traducendo il DE Architectura.  Affermò invece che  "Se tu apri tanto le gambe che tu cali da capo 1/14 di tua altezza a apri e alzi tanto le braccia che colle lunghe dita tu tocchi la linea della sommità del capo, sappi che il centro delle estremità aperte membra fia il belico, e lo spazio che si trova in fra le gambe fia triangolo equilatero" (Codice Atlantico, f 160, Vaticano). La figura statica di Leonardo era quindi contemporaneamente inserita in un cerchio e in un quadrato. Vedi questa immagine comunque: 

Si veda il capitolo successivo sui Canoni dedicato all'arte rinascimentale in questo blog,   
ROMA E LE ORIGINI  DEL'ARTE CRISTIANA 
Durante il massimo consolidamento politico militare dell'impero, con l'avvento del Cristianesimo, si formula una nuova concezione dell'uomo e, in campo estetico, una nuova idea di bello, compreso entro una diversa prospettiva etico - religiosa e civile. L'arte rinuncia alla volumetricità, al punto di vista soggettivo, alla spazialità, al dinamismo, per abbracciare l'aspetto bidimensionale e statico della rappresentazione frontale, in cui il concetto delle umane proporzioni, prima inteso come rapporto armonico tra le parti e il tutto, ora è valutato come un insieme di parti distinte, improntate a una visione simbolica del corpo.  L'arte cristiana primitiva utilizza l'immagine simbolica che sempre rimanda a un oggetto diverso da sé, come l'agnello metafora del sacrificio di Gesù. Ma essendo Gesù incarnatosi nell'umano, successivamente il Cristo viene rappresentato con i fatti salienti della sua vita: come uomo barbuto, imberbe, tra gli apostoli, cui segue, quando l'Impero divenuto cristiano dopo la pace di Costantino   dovrà difendersi dai barbari, la figura a mosaico di Cristo regale che riprende l'iconografia imperiale. 
Tra l'arte romana pagana e l'arte paleocristiana non esiste una netta linea di demarcazione: l'arte dei primi secoli del cristianesimo assunse infatti inizialmente il repertorio simbolico e mitologico pagano, reinterpretandolo in forma simbolica alla luce della nuova dottrina: il Buon Pastore, l'Orante, il dio Sole, i Pesci, sempre tutti con proporzioni che si rifanno a quelle romane. 

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